Caivano: “Manuale di Food Design” per recuperare il rapporto con il cibo partendo dalle nostre radici

dalla nostra inviata Caterina Flagiello

Prodotti del territorio, colture antiche e qualità, questi i 3 assiomi di Nicola Giocondo, autore del libro “Manuale di Food Design” presentato stamattina a Caivano, all’interno della rassegna “I Saperi e Sapori della Nostra Terra”: una due giorni dedicata ai prodotti tipici del nostro territorio con stand, degustazioni e show cooking. Durante la presentazione del libro, il sindaco di Caivano, Vincenzo Falco e l’autore hanno toccato vari punti salienti collegati all’alimentazione ed all’attualità, ma che hanno come fulcro principale il cibo come strumento di innovazione sociale. L’autore infatti sottolinea come il cibo non sia solo il “carburante” del corpo, come affermava Umberto Veronesi, ma che noi esseri umani a differenza degli animali, mangiamo per nostra gratificazione e cerchiamo la salute attraverso il cibo. Questa è la ragione per cui l’uomo si è trasformato da cacciatore nomade ad agricoltore stanziale, dando inizio ad un rapporto “sacro” con il cibo, in quanto i prodotti della terra nascono dall’unione di sole, acqua ed aria. Inoltre l’innovazione alimentare, come ricorda Giocondo, è stata fondamentale per combattere le carestie, ad esempio con l’introduzione del fagiolo e della patata nell’alimentazione, citando il famoso Gateau di patate, piatto nato alla corte dei Borbone ad opera dei “monsù”, famosi cuochi francesi dell’epoca. Il sindaco Falco, moderatore della presentazione, porta l’attenzione sul cibo sacro per eccellenza: il pane, raccontando la leggenda della nascita del “pane cafone” ad opera di San Corrado e collegandolo alle “merendine” di un tempo, quelle semplici e genuine, composte da pane ed olio, in un rapporto simbiotico tra cibo e memoria. Continuando il suo intervento, il moderatore pone un interrogativo in merito a come poter abituare i bambini a sviluppare, sin da piccoli, una sana alimentazione. La chiave, secondo l’autore sta in un approccio improntato al gioco, che può fornire loro gli strumenti necessari per potersi trasformare in adulti consapevoli. L’autore porta l’attenzione anche sulla nascita della prima cucina Fusion, avvenuta proprio nel Mediterraneo ad opera dei romani, i quali hanno preso materie prime provenienti da tutto il mondo conosciuto, introducendole poi nella nostra alimentazione. L’autore conclude il suo intervento facendo un appello in merito al recupero delle colture antiche esistenti sul territorio, purtroppo accantonate per motivi di redditività, sottolineando come un’ampia varietà di prodotti possa portare benefici nel lungo termine.