L’8 marzo è cultura, con le “Prospettive” di Teresa Del Prete

di Caterina Flagiello

Oggi 8 marzo, Festa della Donna, è anche un’occasione per riflettere sul ruolo delle donne e sulla loro prospettiva, appunto, nella nostra società. È proprio questo l’obiettivo del primo libro dal titolo “Prospettive” di Teresa Del Prete, l’autrice, giornalista ed ex docente di lettere, opera da decenni nell’ambito associativo impegnandosi attivamente nel contrasto alle differenze di genere e contro la violenza sulle donne, ideatrice di convegni su tematiche di attualità, del Premio “Valore Donna”, attualmente è responsabile del Dipartimento per le problematiche femminili dell’Istituto di Studi Atellani. In questo libro, edito dalla Graus Edizioni con la prefazione a cura di Gioconda Marinelli e la postfazione a cura di Nadia Verdile, la scrittrice presenta dieci brevi storie ispirate al vissuto quotidiano in cui ogni donna può sicuramente rispecchiarsi, a causa di stereotipi radicati di una cultura che privilegia, ancora oggi, il sesso maschile. Questi stereotipi vengono raccontati attraverso degli aneddoti, a volte simpatici, riguardanti prevaricazioni e pregiudizi sulle donne, che una volta declinati al maschile, in altrettante dieci brevi storie, presentano un epilogo diverso e spingono a riflettere sulla nostra società. Ogni singola storia presenta una contestualizzazione dei fatti e ha inizio dalla stessa situazione, dallo stesso incipit, salvo per poi evolversi in maniera differente, a seconda dei protagonisti, in base alle loro differenze di genere. L’autrice, per la parte maschile dei racconti, ha avuto uno scambio di opinioni con l’avv. Pierpaolo Damiano, esperto matrimonialista, che ha ben presenti le difficoltà familiari e di coppia dovute al ripetersi di comportamenti che fanno sorgere tensione ed alle diverse dinamiche di genere. La scrittrice inoltre, proprio in merito al mese di marzo, dedicato alle donne, ribadisce come: “Il progresso culturale, invece, è, a mio avviso, quello su cui bisogna ampiamente ed efficacemente intervenire perché solo agendo sui cambiamenti culturali potremo sperare di avere risultati ad ampio raggio.” E conclude dicendo: “…sono sempre più convinta di una certa diversità psicologica, dimostrata anche da autorevoli ricerche e della conseguente complementarietà dei due universi, quello maschile e quello femminile. Quest’ultimo, però, e non per sua colpa, tarda a liberarsi dalle tante catene che ancora limitano la sua piena emancipazione.”