Nel periodo storico europeo del Feudalesimo, il vassallo giurava al signore fedeltà, obbedienza e in cambio il signore (all’epoca) gli affidava il feudo e i relativi poteri, l’autorità sugli abitanti del feudo, il comando civile e militare, il diritto di amministrare la giustizia e di riscuotere le tasse. Questo avveniva nel secolo IX. Nel 2023 a Frattamaggiore, al netto dei feudi (terreni eccellenti) che serviranno per far sorgere un ospedale, (di questo ne avremo da scrivere tantissimo), invece il vassallo (consigliere comunale) giura fedeltà e obbedienza al Sindaco anche per molto meno. Basta far finta di fare una interrogazione un pò pepata, lanciare finti messaggi di denuncia alla Procura per ottenere un incontro chiarificatore con tanto di incarichi ai propri valvassori, incontro suggellato da una stretta di mano, un bacio alla Fedez, ed un rinvio alla prossima sceneggiata, alla prossima richiesta: prima delle prossime elezioni regionali si è pronti a tutto. Questa è la penosa realtà della politica frattese: ogni osso fa brodo. E a farne le spese i cittadini. Ma agli avidi vassalli (consiglieri) inaffidabili, gliene frega un fico secco dei cittadini, tranne quando vanno a chiedere il voto. Una riflessione: i vassalli più avidi sono sempre quelli che dalla finta opposizione si infiltrano nelle ripartizioni delle fette di torta quando l’avidità dei vassalli di maggioranza diventa eccessiva lanciando strali di sfiducia che mai ci sarà: milioni PNRR docet.