SPORT E POLITICA, GLI INTERESSI. Peppino Landolfo “Come sarebbe bello vivere in un mondo dove la politica, il potere, il regime, si occupasse dello sport esclusivamente per realizzare strutture, servizi, occasioni per la pratica sportiva accessibile a tutti”

Chi è che non ricorda, specialmente nei regimi totalitari, lo sfruttamento dei grandi eventi sportivi da parte del potere per nascondere nefandezze, distrarre il popolo, lanciare messaggi di maestosità, efficienza, dare segnali di benevolenza popolare?  La storia politica e sportiva universale, insegna che oltre ai regimi totalitari, anche nelle nazioni cosiddette democratiche e repubblicane, non è che la musica cambi molto, anzi.

Ad esempio nei grandi eventi sportivi, ogni occasione è buona per farsi notare, per rendersi visibile, per non mancare nella cerimonia di consegna delle medaglie ai vincitori. La politica spesso e volentieri – per fortuna non sempre – usa lo sport per i propri interessi e lo sport si fa usare dalla politica quando ne ha bisogno. Risultato? La determinazione, laddove si determini tale “esigenza”, di un ambiente permeato dagli interessi reciproci che nella sostanza, nei fatti, alterano la realtà, fino a millantare presunti amori, antiche passioni, la personale fede politica e sportiva. Gli interessi reciproci non si limitano ad aspetti di tipo economico, ciò potrebbe valere per il mondo dello sport non dilettantistico che oggettivamente ha bisogno di risorse per sopravvivere. Certamente non per la politica, per il potere, per i regimi: quì gli interessi, tranne casi estremi, sono esclusivamente di natura politica, visibilità elettorali, paraventi.

Quando tratto questo argomento mi viene alla mente Silvio Berlusconi che ha rappresentato l’esempio massimo nel trinomio sport-politica-potere, però con la differenza non affatto trascurabile, che la sua passione per lo sport, in particolare per il Milan, era ed è una passione marginalmente strumentale alla politica di un vero tifoso del Milan. Non è che poi gli abbia portato tanta fortuna questa passione visti gli oltre 100 processi instaurati dai pm rossi che probabilmente non erano milanisti e sicuramente non di forza italia. Come sarebbe bello vivere in un mondo dove la politica, il potere, il regime, si occupasse dello sport esclusivamente per realizzare strutture, servizi, occasioni per la pratica sportiva accessibile a tutti, specialmente nelle realtà dove manca anche una semplice palestra scolastica proprio a causa delle inefficienze della politica, del potere, del regime di turno. Allora si, in tal caso il potere sarebbe per certi versi “legittimato” a salire sul podio e consegnare le medaglie.