Frattamaggiore, OSPEDALE: ANCORA TAGLI AD ORTOPEDIA, GINECOLOGIA, CHIRURGIA OLTRE ALLA CARDIOLOGIA

fonte www.ilmattino.it Giuseppe Maiello
Declassato nel nuovo piano sanitario regionale l’ospedale San Giovanni Di Dio. La pubblicazione del piano chiarisce il destino del nosocomio frattese. Cancellata la cardiologia, ridimensionate anche chirurgia, ginecologia ed ortopedia. Stop anche al piano di edilizia sanitaria. Protesta la Cgil funzione pubblica che ieri mattina ha tappezzato i muri con un documento al vetriolo. A firma di Bruno Di Giacomo della Cgil aziendale e di Giosuè Di Maro della direzione provinciale e regionale del sindacato, viene chiesto alla Regione ed agli altri interlocutori di rivedere la programmazione sanitaria che rappresenta «un palese attacco al diritto alla salute del territorio», un bacino di 400 mila residenti, senza considerare quelli che arrivano dai comuni limitrofi dell’agro aversano.
L’ATTACCO Per la Cgil i tagli ignorano le prestazioni offerte al pronto soccorso: ben 60mila per il nosocomio frattese, rispetto al tetto dei 45mila previsti per calare la scure. Eppure, dice il sindacato, il San Giovanni di Dio ha tutti i parametri per il ruolo di Dea (dipartimento emergenza e accettazione) di primo livello rispetto ai parametri abitanti/accesso al pronto soccorso. Il tetto minimo per la riduzione è 300mila abitanti, 55mila gli accessi. Ed il San Giovanni di Dio è ben oltre. Il clamore è scoppiato con la soppressione del reparto di cardiologia che secondo l’agenzia sanitaria, (Agenas) è uno dei più sicuri in Italia. Cosa accadrà quando bisognerà trasferire un paziente, che richiede intervento specialistico ed il tempo può essere fatale, si chiede la Cgil? E se, sulle prime, l’alert era scattato solop per cardiologia la pubblicazione del piano ha evidenziato gli altri tagli. L’unità operativa complessa chirurgia viene ridimensionata ad unità operativa semplice. Nonostante i mille interventi annui. Anche a dispetto del percorso assistenziale della rete oncologica, nell’epicentro della Terra dei fuochi. Tagli anche all’ortopedia e traumatologia (oltre 450 interventi nel 2018), anche se gli obiettivi sono stati abbondantemente raggiunti.
PUNTO NASCITA Diminutio anche per l’unità operativa complessa di ginecologia ed ostetricia ridotta a semplice punto nascita. «Nel 2018 la Uoc ginecologia ostetricia ha effettuato 329 ecografie morfologiche, 600 interventi chirurgici, 318 isteroscopie diagnostiche e operative per la diagnosi precoce del cancro dell’endometrio, 234 colposcopie per la diagnosi precoce del cancro del collo dell’utero, circa 5000 accessi al ps di ostetricia e ginecologia e sono nati 707 bambini» dice la Cgil. Ora non sarà più possibile. Si punta l’indice anche sulla cancellazione dal piano ospedaliero degli interventi di edilizia sanitaria (era previsto un ampliamento del presidio ospedaliero). «Il risultato – accusa la Cgil – sarebbe un grave danno alla popolazione». Senza risposte immediate «si attiverà per una mobilitazione generale a garanzia del diritto costituzionale alla salute per i cittadini». La Cgil lancia un appello a forze politiche, sindaci, consiglieri regionali, parlamentari a produrre il massimo sforzo per scongiurare l’incombente pericolo».