Il riesame annulla l’ordinanza cautelare a firma del gip del tribunale di Napoli riscrivendo la mappa dell’indagine su Santa Maria a Vico che lo scorso ottobre portò a 6 arresti (4 domiciliari e 2 in carcere) che colpirono il sindaco Andrea Pirozzi, la vicesindaca Veronica Biondo – a inizio campagna elettorale per le regionali – l’assessore Marcantonio Ferrara, il consigliere comunale Giuseppe Nuzzo e due esponenti del clan Massaro, Domenico Nuzzo e Raffaele Piscitelli, che erano già in carcere per fatti diversi. Per il giudice del riesame non ci fu nessun patto o contratto elettorale ipotizzato dall’accusa. All’attenzione dei giudici, i legali degli accusati hanno evidenziato alcune intercettazioni dalle quali emerge anche un aspetto che, per esempio, andava a favore della vicesindaca (sospesa dopo gli arresti dalla prefetta insieme al sindaco) e poi esclusa dalla candidatura per Forza Italia. Biondo, infatti, non avrebbe mai avuto rapporti o conversazioni dirette con i boss. Resta l’amarezza per la Biondo di un provvedimento che ha penalizzato la possibilità di poter candidarsi in Forza Italia alle regionali e di questa possibilità, ambizione, nessun giudice potrà mai restituire.

